I dialoghi costituiscono il cuore pulsante di ogni storia o romanzo, ma spesso rappresentano una delle sfide più impegnative per uno scrittore. In questo articolo, esploreremo insieme alcuni consigli che ti aiuteranno a scrivere dialoghi più accattivanti e far sì che i tuoi personaggi prendano vita attraverso le parole che pronunciano.
Le caratteristiche principali del dialogo
Costruisci una voce per ogni personaggio Se ti guardi intorno e osservi vedrai che ognuno di noi parla in modo diverso. Questo è ciò che devi far fare ai tuoi personaggi. Le persone parlano in modo diverso a seconda del loro livello culturale, della loro professione, dei loro hobby e anche dell'ambiente in cui si muovono in ogni momento. Una buona idea è prendere nota degli argomenti di cui parlano e delle parole che usano. Allo stesso tempo, devi usare un linguaggio con cui ti senti a tuo agio perché i tuoi personaggi dovranno scegliere le loro parole in base a ciò che è più o meno vicino a loro, ottenendo un tono unico che li differenzia dal resto dei personaggi e che, a sua volta, forse riesce a risuonare nella mente del lettore in modo unico. Se non è possibile costruire una voce diversa per ogni personaggio, la narrazione assumerà un tono robotico e monotono che non è affatto consigliato, nemmeno per la lettura del dizionario. Vai Dritto al Punto: Evita Giri Inutili Contrariamente alla vita reale, evita di girovagare troppo nei dialoghi del tuo racconto. Mantenere un ritmo serrato è fondamentale. Evita dettagli superflui e concentra l'attenzione sull'essenziale per non perdere l'interesse del lettore, il dialogo deve far procedere la storia. Vediamo un esempio: «Ciao.» «Era ora... come stai? Ti stavo aspettando.» «Scusa il ritardo, il traffico in questa città è terribile quando piove.» «Non preoccuparti, non ti aspetto neanche da tanto tempo. Gradisci un caffè o preferisci qualcos'altro?» «Be’, non lo so, cosa prendi?» «Un caffè solo con panna.» «Ne ordinerò uno con il latte e aggiungo anche la panna.» «Dai un'occhiata al menu se ti piacciono i dessert che hanno.» «Qualche consiglio?» «Non lo so, mi piacciono tutti.» «Comunque arriviamo al dunque, hai scoperto qualcosa sul passato del dottor García?» Hai appena fatto soffrire il lettore per arrivare all'ultima frase in cui iniziano ad affrontare un argomento reale della trama. Concentrati sull'essenziale per mantenere l'attenzione del lettore. Evita conversazioni superflue che possono allontanare il lettore dal nucleo della trama. Al lettore interessa sapere che tipo di caffè berrà ciascuno o se il motivo del ritardo di uno dei personaggi è che ha piovuto in città? Risparmiati la sofferenza e soprattutto non dargli la possibilità di abbandonare la storia. Evita Ripetizioni di Informazioni Conosciute Se i tuoi personaggi sono già a conoscenza di certe informazioni, evita di ripeterle nel dialogo. Mantieni la freschezza nelle conversazioni, fornendo solo dettagli cruciali per far avanzare la storia. «Hai avuto notizie di Mario? Sai, quello che è andato a vivere nelle Filippine, quello che era nostro collega e ha dovuto prendersi un congedo per poter realizzare il suo sogno, le immersioni.» «Era un idealista, gli piaceva molto la cultura asiatica, giusto?» «Sì, è stato lui a regalarmi le prime pinne per fare snorkeling.» Pensi davvero che qualcuno parli così nella vita reale? Sembra forzato, fornisce informazioni che i nostri personaggi già conoscevano e che il lettore non avrebbe bisogno di sapere a priori. Cattura l'Intensità del Momento C’è una barriera che deve sempre essere superata. È meglio far sentire al lettore ciò che sta dicendo il personaggio piuttosto che dirgli cosa sente il personaggio. Consideriamo come esempio due dialoghi: Esempio 1 “Per favore, siediti. Ti devo parlare.” “Riguardo a cosa?” chiese Marc sospettoso. “Non stiamo attraversando un bel momento,” spiegò Laura, contenendo le sue emozioni, “e temo che sia meglio lasciar perdere”. “Vuoi lasciarmi? Proprio così?” chiese, visibilmente arrabbiato. “Tre anni di relazione perché tu mi lasci senza ulteriori spiegazioni? Ti ho aiutato a raggiungere l'apice della tua carriera!” urlò indignato. Esempio 2 “Siediti. Dobbiamo parlare.” “Parlare?” chiese Marc, congelando nell'aria il suo saluto. “La nostra relazione non sta attraversando un buon momento”, spiegò Laura senza alzare lo sguardo dalle sue mani, “e temo che sia meglio finirla”. “Vuoi lasciarmi?” esclamò colpendo il tavolo con il pugno. “Tre anni di relazione vanno sprecati in questo modo? Ti ho aiutato a raggiungere il successo!” urlò appoggiando le mani sul tavolo. Nel primo esempio si avverte una certa distanza dai personaggi, nel secondo la scena acquista intensità. Ferma l’impulso di sostituire “disse” con tutta una serie di termini più o meno espressivi: gridò, esclamò, sbottò… I nostri lettori sanno già che abbiamo la necessità di etichettare di volta in volta gli interventi dei personaggi, e subito ignorano la parola “disse” arrivando a stento a leggerla. Se ci dedichiamo a variare costantemente questa etichetta, il lettore sarà molto più consapevole di quelle parole che non fanno parte del dialogo e ne sminuiscono la fluidità. Cosa succede allora? Che si crea una barriera invisibile tra il lettore e i personaggi. Gli interventi dei personaggi che partecipano a un dialogo devono essere etichettati quanto basta e necessari affinché il lettore sappia in ogni momento chi sta parlando. Inutile dire che bisogna ricorrere alle etichette più quando nella conversazione sono coinvolti tre o quattro personaggi che quando si tratta di una conversazione tra due persone. Scrivi frasi brevi Prima di scrivere, pensa a com'è il dialogo nella vita reale. Presta particolare attenzione alla lunghezza delle frasi che utilizziamo. Se guardi attentamente vedrai che nessuno usa lunghi soliloqui, e se lo fa può essere perché viene data una spiegazione o perché la persona che parla è una di quelle che amano ascoltarsi. La cosa normale è parlare con frasi brevi. Una regola non scritta è che dovremmo scrivere tra le 12 e le 20 parole al massimo tra i segni di punteggiatura. La Punteggiatura nei Dialoghi: usa le virgolette con Intenzione Quando si tratta di utilizzare le virgolette pupi scegliere tra virgolette alte doppie (" ") o virgolette basse, caporali, o all'inglese (« »). Personalmente, preferisco le virgolette caporali, mandando a capo ogni dialogo, un'abitudine che rende la lettura più fluida e accessibile. Una regola chiave da seguire riguarda la coerenza. Qualunque norma tu adotti, mantienila costante per l'intero testo. Se scegli di inserire la punteggiatura all'interno delle virgolette, fallo sistematicamente. Questa uniformità garantisce un aspetto professionale e facilita la comprensione del lettore. Punteggiatura nei Dialoghi Diretti Quando presenti un periodo composto interamente da discorso diretto, è importante inserire la punteggiatura all'interno delle virgolette. Esempio: «Vado al mare.» Fine del Dialogo: Punteggiatura Interna Alla conclusione del dialogo, se è necessario aggiungere altri segni di punteggiatura come punto interrogativo, esclamativo o puntini di sospensione, posizionali all'interno delle virgolette. Ecco alcuni esempi: «Vado al mare?» «Vado al mare!» «Vado al mare…» Introduzione del Dialogo con una Frase Quando il dialogo è preceduto da una frase introduttiva, la punteggiatura riguarderà la frase stessa e non sarà inclusa all'interno delle virgolette. Ad esempio: Lo guardò con sguardo serio e disse: «Vado al mare.» E se il dialogo è inserito in una struttura più complessa? Se all'interno delle virgolette non è presente alcuna punteggiatura, aggiungi una virgola prima di concludere il periodo. Lo guardò con sguardo serio e disse: «Vado al mare», e prese le chiavi dell'auto. La regola cambia se invece all'interno del dialogo è presente un segno di punteggiatura come ?!o …. Ad esempio: Lo guardò con sguardo serio e disse: «Vado al mare?» e prese le chiavi dell'auto. Lo guardò con sguardo serio e disse: «Vado al mare!» e prese le chiavi dell'auto. Lo guardò con sguardo serio e disse: «Vado al mare…» e prese le chiavi dell'auto. Dialogo Spezzato da un Inciso Quando il dialogo è spezzato da un inciso, assicurati che la punteggiatura relativa all'inciso resti fuori dalle virgolette, mentre quella che riguarda il dialogo stesso sia posta all'interno. Ad esempio: «Vado», disse, «al mare.» Seguendo queste regole, garantirai una presentazione chiara e coesa dei dialoghi nel tuo testo, mantenendo un'appropriata struttura e facilitando la comprensione del lettore.
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Archivi
Luglio 2024
|